Categoria Articoli: SPEDIZIONI

Il container per il trasporto intermodale di merci nacque il 26 aprile 1956!
Nel porto della città di Newark, Stati Uniti, iniziava l’epoca del container: la grande “scatola” metallica che ha rivoluzionato il mondo dei trasporti e della logistica.

L’idea nacque dai pacchetti di sigarette!

La storia del container

L’idea di un contenitore con caratteristiche standard proprie per il trasporto delle merci deriva da una intuizione avuta nel 1956 da Malcolm McLean, un imprenditore americano nel campo dei trasporti.

Si racconta che, un giorno del 1937, McLean sedeva sul suo camion in porto in attesa che la merce fosse portata a bordo della nave. Così andò a prendere le sigarette al distributore automatico ed ebbe l’idea che cambiò il trasporto globale delle merci. Si rese conto che caricare l’intero corpo del camion sulla nave sarebbe stato molto più semplice che stivarne il carico.

All’epoca il carico delle merci su una nave era un procedimento lungo e rischioso: ogni camion andava scaricato e le merci venivano stivate una alla volta a bordo della nave.
McLean osservò i pacchetti di sigarette impilati nel distributore automatico e si rese conto di quanto il contenitore delle sigarette facilitasse il trasporto.
Notò che se la merce fosse stata inserita in un contenitore che si poteva prelevare dal camion per essere trasferito direttamente sulla nave, sarebbe stato tutto molto più veloce.

Era nata l’idea che avrebbe portato allo sviluppo del primo container.

Il 26 aprile 1956 dal porto di Newark, una città degli Stati Uniti d’America, salpò la nave merci Ideal X, con 58 container a bordo, ognuno dei quali conteneva quasi 20 tonnellate di merci.
Per la prima volta furono caricati su una nave della compagnia di navigazione Pan Atlantic, che era stata acquisita da McLean, circa sessanta cassoni di camion senza pianale, assi e ruote, sovrapposti tra loro e carichi di merci.
Giunta a Port Houston, McLean verificò che il suo costo per tonnellata era stato 0,16 dollari, a fronte di un costo medio per l’epoca di 5,83 dollari la tonnellata. Di conseguenza l’idea di containerizzare ha avuto un impulso notevole nel campo del trasporto marittimo fin dagli anni sessanta. Il container offriva diversi vantaggi: minor carico danneggiato o manomesso, migliore gestione logistica e maggiore velocità di imbarco e sbarco.
Già agli inizi degli anni ’80, praticamente tutti i paesi erano attrezzati per ricevere le navi cariche di container e per movimentarli sui mezzi di trasporto.

Si trattava di un cambiamento epocale nella storia delle spedizioni: grazie all’innovazione tecnologica rappresentata dal container, tutto il lavoro portuale fu riorganizzato e la movimentazione delle merci via mare, da attività di stampo “artigianale” si convertì di fatto in un processo industriale.
Se all’inizio le spedizioni groupage venivano gestite direttamente dalle compagnie di navigazione proprietarie delle navi, con carico diretto delle stive, dall’inizio degli anni Settanta, con l’entrata sul mercato dei container da 20 e 40 piedi, le navi da carico in stiva furono gradualmente sostituite dalle attuali navi full-container per quasi tutte le destinazioni marittime
Oggi in qualsiasi porto è usuale la visione di enormi colonne di container pronte ad essere imbarcate per ogni destinazione nel mondo e il container è ancora lo strumento principale per trasportare merci su tutto il pianeta.

Container ISO

Il più diffuso tra i contenitori (che possono avere varie dimensioni e tipologie) è il container ISO (acronimo di International Organization for Standardization); si tratta di un parallelepipedo in metallo le cui misure sono state stabilite in sede internazionale nel 1967.
A fronte di una larghezza comune di 8 piedi (244 cm) e una altezza comune di 8 piedi e 6 pollici (259 cm), sono diffusi in due lunghezze standard di 20 e di 40 piedi (610 e 1220 cm).

Ogni container di norma è numerato e registrato con undici caratteri alfanumerici, nella forma: 4 lettere (delle quali le prime 3 corrispondono alla sigla della compagnia proprietaria) e 6 numeri, seguiti da un numero finale di controllo.

Sono anche omogenei gli attacchi, presenti sugli angoli del contenitore, specifici per il fissaggio sui vari mezzi di trasporto. In questo modo, tramite carrelli elevatori, carriponte, Straddle Carrier e gru sono facilmente trasferibili tra una nave (dove possono essere facilmente sovrapposti verticalmente), un vagone o un autocarro. Le caratteristiche di questi attacchi, unita alla robustezza intrinseca del contenitore, ne consentono l’impilazione l’uno sull’altro, migliorando l’utilizzazione dei moli, delle banchine e dei magazzini.

Per usi particolari, sono stati predisposti anche dei container ISO cisterna, frigoriferi, open top (con tetto apribile) e container con pareti laterali apribili. I container di norma ISO possono anche essere utilizzati per il trasporto di liquidi, installando un serbatoio flessibile chiamato Flexitank.